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~ Quando diciamo "castello", la fantasia porta ad evocare un universo fantastico e meraviglioso popolato di dame e cavalieri, di assedi e di duelli, di amori e delitti, storie e leggende, nelle pietre dei castelli sono incisi secoli di storia. In questo Blog voglio condividere la mia passione per questo tipo di architetture, scoprire insieme le diversità da stato a stato, le loro bellezze, la loro storia e i loro misteri. Un anticipato GRAZIE alla collaborazione di Wikipedia, l'enciclopedia libera. per la realizzazione dei contenuti ! Se hai foto, articoli di castelli oppure rievocazioni storiche da segnalarmi la mia e-mail è : castlesintheworld@yahoo.it

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Archivi della categoria: Castelli della Toscana

Castello del Volterraio

12 venerdì Giu 2015

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Castelli del X secolo, Castelli dell'Isola d'Elba, Castelli della provincia di Livorno, Castello in rovina, castello sull'isola, fortezza, fortezza medievale, fortificazione costiera, isola d'Elba, Khayr al-Dīn, Portoferraio, Rocca

Castello del VolterraioLa Castello del Volterraio, nota anche come forteza del Volterraio, è una fortificazione costiera situata nel territorio comunale di Portoferraio, sull’isola d’Elba, all’altitudine di 394 m.Castello del Volterraio

Il complesso fortificato, che nei documenti duecenteschi è chiamato Monte Veltraio, fu costruito attorno all’anno Mille, nel punto in cui probabilmente sorgeva una preesistente struttura di epoca etrusca; nei pressi del sito è stata rinvenuta una moneta bronzea di Volterra coniata tra il IV e il III secolo a.C. insieme a frammenti di vasellame in bucchero.Castello del Volterraio

La fortezza venne ristrutturata in epoca tardo duecentesca, su probabile progetto di Vanni di Gerardo Rau, per adeguarla alle esigenze difensive dell’epoca.

Nel 1544 la rocca fu brevemente assediata da Khayr al-Dīn e successivamente, nel 1553, da Dragut. Castello del VolterraioIl complesso architettonico militare svolgeva funzioni di avvistamento ad ampio raggio lungo il tratto costiero settentrionale dell’isola e verso il mare prospiciente; quando la zona entrò a far parte del granducato di Toscana, la fortezza fu integrata, seppur ubicata in posizione isolata, al sistema difensivo che veniva allestito dai Medici nel cuore della cittadina di Portoferraio.

Castello del VolterraioIl complesso continuò a svolgere le proprie funzioni anche in epoca settecentesca sotto i Lorena, per poi divenire un presidio delle truppe napoleoniche sul finire del secolo.Castello del Volterraio

Proprio nel 1798 vi fu un’insurrezione contro i militari francesi che portò alla semi distruzione del complesso, da allora definitivamente abbandonato. Una serie di restauri condotti a partire dalla seconda metà del secolo scorso hanno permesso di recuperare ciò che restava dell’antica fortificazione.Castello del Volterraio

La fortezza del Volterraio, che si presenta sotto forma di imponenti ruderi alla sommità dell’omonimo poggio, si articola a pianta esagonale ed è caratterizzato da strutture murarie interamente rivestite in pietra, alla cui base sono visibili in alcuni punti tracce di più antiche mura di epoca etrusca e romana. Nonostante lo stato di rudere, è ancora oggi visibile parte dell’aspetto imponente che originariamente caratterizzava il complesso difensivo.Castello del Volterraio

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Fortezza Mozza

12 venerdì Giu 2015

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casatorre, Castelli della provincia di Livorno, castello del XV secolo, castello sul mare, comune di Piombino, famiglia degli Appiani, fortezza, fortezza costiera, fortificazione, Golfo di Follonica, Torre Mozza, torri costiere

Fortezza Mozza....La Fortezza o Torre Mozza è una fortificazione costiera situata nel comune di Piombino, nella parte meridionale del suo territorio.

Per anni struttura ricettiva di tipo ristorativo, è attualmente in fase di restauro con l’obiettivo di trasformarla in un albergo.Fortezza Mozza.......

La fortezza venne fatta costruire dai signori di Piombino, gli Appiani, intorno al 1500, come torre difensiva per sorvegliare l’arrivo dei minerali dall’Isola d’Elba. Successivamente venne realizzato anche un attracco per lo sbarco della lignite. Caratteristica del mare antistante è il fatto che a circa 10 metri circa dalla battigia si trova una vecchia strada romana, che segnava l’antichissimo percorso della via Aurelia.Fortezza Mozza..

La fortezza Torre Mozza si trova nella parte meridionale del comune di Piombino, nella parte centrale del Golfo di Follonica.

La struttura si presenta come un imponente complesso in prossimità della riva del mare, costituito da 3 corpi di fabbrica addossati tra loro. Esistono tre parti costruite in epoche e fasi diverse.Fortezza Mozza

Il corpo di fabbrica che guarda verso il mare, che costituiva l’antica torre di avvistamento con funzioni difensive, si presenta a pianta quadrata; questa conformazione è riferibile alla prima metà del XVI secolo, sia nei profili esterno ed interno che nei possenti spessori murari, rispettando le caratteristiche più diffuse nelle torri costiere dell’epoca.Fortezza Mozza.....

La rimanente parte della struttura architettonica è stata aggiunta in aderenza al lato opposto che guarda verso terra; successivamente questa stessa parte è stata interessata da un’ulteriore aggiunta formante una palazzina.Fortezza Mozza.

La scala esterna si articola nella parte intermedia della struttura e conduce tuttora anche ai vari livelli che caratterizzano l’antica torre.

Il mare nelle vicinanze è molto particolare in quanto si trovano due profondità delle acque causate da una strada romana che affiora dalla superficie dell’acqua ad una decina di metri dalla costa.Fortezza Mozza

Questo provoca un effetto di “piscina naturale”, un ambiente sicuro da onde e correnti anomale, che vengono fermate o comunque rallentate dalla strada, dove tra l’altro è possibile osservare qualche esemplare di piccola taglia della tipica fauna ittica di questo tratto di mare.Fortezza Mozza......

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Fortezza del Sale

12 venerdì Giu 2015

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Castelli della provincia di Livorno, Castelli in rovina, Castelli sul mare, castello del VI secolo, fortezza, fortezza costiera, fortilizio, Piombino, Principato di Piombino, Torre del Sale

Foertezza del SaleLa Fortezza del Sale è una torre costiera situata nel comune di Piombino, nella parte sud-orientale del suo territorio che si affaccia lungo il Golfo di Follonica.Fortezza del Sale

La Fortezza del Sale fu edificata nel VI secolo per rafforzare il sistema difensivo costiero della parte meridionale del Principato di Piombino e proteggere il suo territorio da eventuali incursioni piratesche che potevano raggiungere la capitale del Principato; le sue funzioni di avvistamento e di difesa si protrassero fino all’epoca ottocentesca.Fortezza del Sale

La Fortezza del Sale è così denominata perché situata in prossimità delle antiche saline di Piombino, poste nella pianura paludosa tra il promontorio piombinese e le colline campigliesi. Si hanno notizie scritte delle saline fin dal 1094, dove veniva prodotta una grande quantità di sale che, oltre al fabbisogno locale, serviva per l’esportazione nei mercati di Firenze e Siena, oltre ad essere necessario per la conservazione del pesce nelle vicine peschiere.Fortezza del Sale

Nota come “Casa del Sale” fino alla metà del Seicento, la torre era situata sul tombolo che separa l’acquitrino dal mare, in un luogo dalle condizioni malsane che iniziarono a migliorare solo con le bonifiche avviate dai Lorena nella prima metà dell’Ottocento: in questo periodo, la struttura architettonica fu trasformata in un vero e proprio fortilizio che venne adibito anche a caserma con scuderia e a casa di sanità. All’inizio dell’Ottocento furono costruiti anche una cisterna sotterranea dentro il forte, e un bastione sul lato a mare, la cui piazzola ospitava un cannone.Fortezza del Sale

Nel 1830 fu edificata una torre, destinata ad ospitare l’amministrazione delle nuove opere di bonifica; nel 1847 la Torre del Sale, insieme a molti altri fortilizi dell’area costiera, fu disarmata.Fortezza del Sale

I piani elevati della palazzina sono stati usati sino al 1967 dall’Ufficio del Genio Civile di Livorno come abitazione di un Sorvegliante Idraulico e uffici.

Il complesso architettonico della Torre del Sale risulta attualmente in stato di rudere, in attesa di interventi di restauro conservativi che la riportino agli antichi splendori.Fortezza del Sale

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Castello di Populonia

12 venerdì Giu 2015

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Castelli della provincia di Livorno, castello del IX secolo, castello medievale, famiglia degli Appiani, feritoie, fortezza, fortezza medievale, golfo di Baratti, merlatura ghibellina, Piombino, Principato di Piombino, Pupulonia, Rocca

Castello di PopuloniaIl Castello o Rocca di Populonia si trova in posizione panoramica nell’omonima frazione di Piombino e domina, da un’altura, il golfo di Baratti, la costa a nord di Piombino e il tratto di mare tra la terraferma e l’arcipelago toscano.Castello di Populonia

Il borgo e la Rocca di Populonia come lo vediamo oggi risale al XV secolo. Faceva parte del Principato di Piombino, retto dalla famiglia degli Appiani, di origine pisana. Al loro intervento si deve l’impianto medievale del borgo, oltre alla torre e alle fortificazioni.Castello di Populonia L’attuale rocca fu infatti iniziata dai Signori di Piombino Jacopo II Appiani e portata a termine da Jacopo III Appiani nella metà del Quattrocento, a seguito di un preciso progetto di rilancio urbanistico e demografico di Populonia, ridotta ormai allo stato di umile villaggio.

Situato sull’acropoli dell’antica Pupulonia, la rocca rinacque come castello medievale nel Trecento, dopo secoli di abbandono dell’abitato.

Castello di Populonia Le forme attuali mostrano una struttura transitoria, tra l’edilizia medievale e la fortificazione alla moderna di fine del quattrocento: se i lati affacciati sui dirupi della collina vennero dotati tutt’al più di contrafforti, essendo improbabile una cannonatura a tale altitudine, quello rivolto alla strada venne dotato di un mastio semicircolare, dalla solida basa, dotato di feritoie e merlatura ghibellina. Domina il tutto l’alto torrione centrale, a pianta medievale, già mastio della fortezza medievale.Castello di Populonia

Dotato di un’alta scarpatura, presenta una muratura fatta di blocchi irregolari, tranne agli angoli, porta rialzata e una merlatura con quattro elementi sui lati lunghi e tre su quelli corti. Rara per la Toscana è la presenza del doppio sporgente, verso l’interno e verso l’esterno, frequente invece nei castelli scaligeri.Castello di Populonia

La cinta muraria quattrocentesca ha una pianta rettangolare, vicina al quadrato, con camminamento di ronda e garitte a sporto agli angoli. Più tarda è la muratura semicilindrica del lato sud-ovest, pure dotata di scarpatura e un camminamento più alto degli altri lati. Ha feritoie anche sul lato interno, per difendersi da eventuali nemici che fossero penetrati all’interno.Castello di Populonia

La rocca è poi congiunta alla muratura del borgo, dalla torre della Rocca si potrà vedrete un panorama a 360° di tutto il promontorio, l’isola d’Elba, la Corsica, la Capraia e la Gorgona appariranno come d’incanto davanti ai vostri occhi.Castello di Populonia

 Nel museo etrusco all’interno della Rocca, racchiude una delle più importanti collezioni private, si potrà osservare molti dei reperti rinvenuti negli scavi del parco archeologico, nella piazzetta si trova la piccola chiesa di Santa Croce.Populonia_-_Castello

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Rocca d’Orcia

30 lunedì Mar 2015

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Aldobrandeschi, Castelli della provincia di Siena, castelli della via Francigena, Castello del XI secolo, comune di Castiglione d'Orcia, Papa Gregorio VII, Rocca, Rocca Aldobrandesca, Rocca di Tintinnano, Rocca medievale, Santa Caterina da Siena, Val d'Orcia

Rocca d'Orcia

La Rocca d’Orcia detta anche Rocca a Tentennano o Rocca di Tintinnano è una frazione del comune di Castiglione d’Orcia in provincia di Siena.

Le origini della Rocca sono quasi certamente etrusche: negli orti del paese sono stati trovati frammenti di ceramica etrusca e romana.

Rocca d'Orcia

Lo stesso nome di “Tentennano” – documentato nella forma medievale “Titinianum” – potrebbe derivare dall’etrusco “Tinia”, cioè Giove, il padre degli dèi: si possono fare anche ipotesi suggestive: lo sperone roccioso attirava i fulmini scagliati da Tinia? o vi sorgeva un santuario di Tinia? (siamo vicini all’Amiata, la “Montagna Sacra” degli Etruschi …).

Rocca d'Orcia

Nel X secolo esisteva già  una rocca con il suo piccolo borgo. La Rocca nella sua forma attuale dovrebbe essere stata costruita intorno al 1100 – 1200 dalla famiglia Aldobrandeschi che dominava la Toscana meridionale (un Aldobrandeschi era anche il Papa Gregorio VII).

Rocca d'Orcia

Per circa due secoli la Rocca di Tentennano fu la piccola “capitale” della Val d’Orcia ma soprattutto il centro di controllo strategico sulla Via Francigena, la famosa strada medievale che univa Roma con il nord Italia e la Francia. Chiunque andasse a Roma (o ne venisse), pellegrino, ambasciatore, nobile,chierico, armato o disarmato, passava per la Val d’Orcia, sotto lo sguardo vigile dei signori della Rocca, alta ed inespugnabile.

Rocca d'Orcia

La nascente Repubblica di Siena fece di tutto per assicurarsi il possesso della Rocca e dopo alterne vicende e scontri con la varie famiglie nobili che la possedevano (tra cui i Salimbeni ed i Tricerchi) alla fine del Trecento insediò stabilmente alla Rocca i suoi funzionari, armati ed… esattori delle tasse.

Rocca d'Orcia

Nel 1320 la Rocca ebbe un’ospite di eccezione: Santa Caterina da Siena, che vi soggiornò per qualche mese; malgrado l’ambiente non fosse certo pacifico (la Santa qualifica gli abitanti come “mascalzoni” e ricorda il vento che percuoteva la Rocca), proprio a Tentennano, giunta analfabeta, ricevette il dono divino della scrittura.

Rocca d'Orcia

Il Trecento e il Quattrocento furono comunque per la Rocca e la sua terra secoli di sviluppo e di relativo benessere, con il sorgere della organizzazione agraria dei “poderi” nelle campagne e di attività artigianali e di servizio nel borgo.

Rocca d'Orcia

Dalla seconda metà del ‘500 cominciò la decadenza: francesi e spagnoli prima combatterono per il controllo degli staterelli italiani (e la Rocca venne anche assediata dai francesi), poi si accordarono e stabilirono dei “protettorati”: tra questi il Granducato di Toscana che inglobò la Repubblica di Siena.

Rocca d'Orcia

La Torre della Rocca venne abbandonata (le armi da fuoco l’avevano resa inutile) e il borgo si ridusse ad un semplice quieto villaggio; anche la Via Francigena perse di importanza (si viaggiava ormai in carrozza) ed il vicino Castiglione d’Orcia da borgata gemella divenne un fratello maggiore più importante e popolato, tanto che a metà ‘700 il “comune” della Rocca fu soppresso e ricompreso in quello di Castiglione.

Rocca d'Orcia

Con le riforme del Settecento i Granduchi Lorenesi migliorarono comunque l’organizzazione del territorio (venne introdotta la mezzadria) e la Rocca continuò a vivacchiare con un numero stabile di abitanti (circa 500), per la maggior parte artigiani (fabbri, falegnami, conciatori) al servizio dei contadini che ben più numerosi abitavano nei poderi sparsi.

Rocca

La bufera napoleonica, il Risorgimento, l’Unità d’Italia, le Guerre Mondiali portarono relativamente pochi cambiamenti: sono stati il boom degli anni cinquanta e sessanta, la riforma agraria, il grande esodo dalle campagne, a sconvolgere per sempre il volto e la vita della Val d’Orcia e dalla Rocca: i poderi vengono via via abbandonati, i giovani se ne vanno per lavorare nei centri maggiori e nei borghi restano per lo più gli anziani.

Rocca d'Orcia

La Rocca è troppo vicina a Castiglione d’Orcia e risente in modo fortissimo della sua “attrazione”: gli abitanti calano da 500 a meno di 100, la parrocchia viene soppressa, negli anni ’60 chiude la scuola, a fine anni settanta l’ultima bottega.

Rocca d'Orcia

Il calo degli abitanti ha avuto però l’effetto positivo di conservare intatto il paese; non ci sono infatti costruzioni “nuove”, mentre le vecchie case sono state in buona parte restaurate in modo rispettoso ed intonato all’ambiente.

Oggi la Rocca è un tranquillo borgo che ormai – come tutta la Val d’Orcia – affida al turismo il suo sviluppo.

Rocca d'Orcia

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Castello di Bibbiano

26 giovedì Mar 2015

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Arrigo III, Castelli dell'Alto Medioevo, Castelli della provincia di Siena, castello del IX secolo, castello medievale, castello privato, conti Cacciaconti, famiglia Borghese, famiglia Guiglieschi, garitte, Il Castello, pittore Pietro Lorenzetti, ponte levatoio

Castello di BibbianoIl castello di Bibbiano di trova nel Comune di Buonconvento, in Provincia di Siena.

Il toponimo Bibbiano deve il suo nome, per derivazione, dal termine “bibbio” , altro nome del fischione, un uccello acquatico che proliferava in queste zone.

L’insediamento risalgono all’850 ed era proprietà del legato imperiale al tempo di Ludovico II, Guinigi di Reghinari, conte longobardo: della sua famiglia (detta Guinigio Winigi) si trovò uno stemma nell’oratorio del fortilizio della Torre, costruito nel IX secolo.

Castello di Bibbiano

Il castello è appartenuto alla famiglia dei Guiglieschi fino al 1051, quando Arrigo III lo destinò all’abbazia di Sant’Antimo, per poi passare di mano ai conti Cacciaconti. Da questi il castello passò alla Repubblica Senese nel 1197 che provvide a fare opere di rafforzamento e difesa. Nel 1298 il suo oratorio venne assegnato alla diocesi di Siena (oggi è sotto la parrocchia di San Lorenzo a Bibbiano). verso il 1345 era dei Bichi, che vi avrebbero ospitato anche il pittore Pietro Lorenzetti.

Castello di Bibbiano

Nel Quattrocento vi lavorò all’ammodernamento Giorgio Lombardo. Nella prima metà del XVI secolo fu restaurato da Baldassarre Peruzzi per conto del cardinale Raffaello Petrucci, che ne aveva preso possesso dal 1515.

È stato quindi proprietà dei Borghese (qui visse la sua adolescenza Marcantonio Borghese prima di intraprendere la sua folgorante carriera ecclesiastica a Roma), dei Chigi (che sborsarono 70.000 ducati) e dei Malavolti.

Di aspetto medievale, e merlatura guelfa, è cinto su tre lati da un fossato con ponticello in muratura (in origine era presente un ponte levatoio) e parziale camminamento per la ronda. Il camminamento resta solo sul lato nord, mentre nell’angolo ovest è presente una garitta in mattoni, merlata e stondata sul lato interno, che doveva essere il riparo delle sentinelle di guardia. I lati sud-ovest e sud-est sono più bassi e peggio conservati: restano tracce di altre  perdute nelle mensole d’angolo superstiti.

Castello di Bibbiano

All’interno si trova un cortile ad anello, con al centro il mastio, collegato alle mura da un passaggio ad arco che scavalca la radura interna. Sull’arco un camminamento retto da mensole porta a una delle due originarie torrette d’angolo, con merlatura rifatta in stile, che sormonta il portale d’ingresso a nord-est.

I basamenti murari sono leggermente scarpati e il mastio ha una cornice di archetti pensili su beccatelli all’altezza del primo piano, che reggono il leggero aggetto del piano superiore. In corrispondenza di un’altra torretta, dotata di arco ribassato in laterizi alla base e piombatoio, si trova il portale interno del cassero, posto in asse con l’accesso alle mura esterne e incorniciato elegantemente da bozze in arenaria tufacea. Il secondo piombatoio, che lo sovrasta, è un rifacimento recente.

Castello di Bibbiano

All’interno l’Annunciazione, ultima opera di Pietro Lorenzetti, e la Madonna nella cappella del castello, opera di Baldassarre Peruzzi.

nel 1909 un terremoto fece crollare la sommità della torretta delle mura, che venne poi ripristinata. nel 1913 l’avvocato Mario Costanti Marri Mignanelli lo acquistà. Nel 1922 venne dichiarato monumento nazionale. In seguito fu del cavaliere Silvio Nardi, proprietario anche della tenuta di casale del Bosco che circonda Bibbiano.

Al 2011, il castello è proprietà privata ed è previsto un progetto per la sua destinazione a fini turistico-alberghieri.

Castello di Bibbiano

 

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Castello di Capalbio

10 martedì Mar 2015

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abbazia delle Tre Fontane, Argentario, Carlo Magno, Castelli della provincia di Grosseto, castello del XII secolo, Comune di Capalbio, Cosimo I de' Medici, famiglia Orsini, Federico I il Barbarossa, papa Alessandro II, papa Alessandro III, Rocca Aldobrandesca, Rolando Bandinelli

Castello di CapalbioIl Castello di Capalbio faceva parte della donazione all’Abbazia dei Santi Anastasio e Vincenzo alle Tre Fontane nell’805 da parte di Carlo Magno, esiste dal XII secolo ed è citato in un privilegio del 1161 è il privilegio di papa Alessandro III III (il senese Rolando Bandinelli quello che lottò contro Federico I il Barbarossa ed i suoi 4 antipapi) che confermava quel possesso alla stessa abbazia delle Tre Fontane.

Castello di Capalbio

Pochi anni più tardi sono gli Aldobrandeschi ad ottenere le terre di Capalbio e ad edificare la splendida la Rocca Aldobrandesca che dall’alto domina Capalbio fino all’Argentario, alla fine del XIII secolo, vengono conquistati da Orvieto.

Castello di Capalbio

In seguito Capalbio passò alla Repubblica di Siena, cadendo sotto il dominio degli Orsini. Si tratta di un periodo economicamente florido, durante il quale vengono realizzate opere importanti e arricchito il possedimento con mura, case, chiese e viene completata la Rocca, la cui costruzione era stata iniziata dagli Aldobrandeschi.Castello di Capalbio

Nell’aprile del 1555 le truppe spagnole del principe di Morignano, alleate con i Medici, conquistarono Siena e a giugno, dopo Porto Ercole e Orbetello, anche Capalbio cadde sotto il dominio degli spagnoli. Capalbio fu assegnato dalla Spagna a Cosimo I de’ Medici e da questo momento iniziò per il paese una crisi economica e demografica.

Castello di Capalbio

Le condizioni economiche subiscono una stasi a causa di diversi fattori tra cui l’insalubrità della zone paludose, la lontananza del potere centrale, la posizione ai confini di stato, la mancanza di una rete viaria adeguata ed infine le incursioni dei turchi. L’aria malsana, comunque, è uno dei più gravi problemi che tutta la Maremma deve affrontare durante il XVII secolo e infatti avviene lo spopolamento dovuto alla malaria.

Castello di Capalbio

La dinastia dei Medici manterrà la propria sovranità sul Granducato di Toscana fino al 1737, quando, estinto il ramo principale, la successione passerà ai duchi di Lorena. Nel frattempo lo Stato dei Presidii cessa di essere possedimento spagnolo per passare sotto il dominio degli Austriaci (1707) e quindi dei Borboni (1736).

Castello di Capalbio

Capalbio perse la propria autonomia amministrativa, dal momento che Leopoldo I lo aggregò a Manciano, e nel 1842 Leopoldo II lo aggregò a Orbetello, status che durerà per cento anni. In questo periodo alla disastrosa situazione sociale si aggiunse anche la piaga del brigantaggio che terrorizzava la Maremma.

Castello di Capalbio

Dopo la seconda guerra di indipendenza Capalbio passa sotto il Regno d’Italia e l’agricoltura è ancora caratterizzata da estese proprietà fondiarie.

Nel 1952, con l’applicazione della riforma agraria, preceduta dalla creazione nel 1951 dell’Ente Maremma, si ha un moderno sviluppo dell’agricoltura e nel 1960 Capalbio ottiene la propria autonomia amministrativa.

Castello di Capalbio

La prima cerchia di mura è ancora più antica e probabilmente con datazione è appena dopo il 1000 d.C. Capalbio ha anche una seconda cerchia di mura … onde rendere il castello ed il borgo intero ancora più impenetrabile.

Castello di Capalbio

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Castello di Bibola

25 mercoledì Feb 2015

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Alpi Apuane, Bibola, castelli della lunigiana, castello del XII secolo, Castello di pietra, Castello in rovina, castello medievale, fortezza, gli Estensi, Il Castello, Lunigiana, maniero, marchesi Malaspina, Valle del Magra, Vescovi di Luni

Castello di Bibola di Massa Carrara

Il castello di Bibola domina la Valle del Magra, racchiusa in una magnifica conca,  formata a nord-ovest dall’Appennino settentrionale e a est dalla catena delle Alpi Apuane ed alle spalle dall’Appennino Tosco-ligure.

Alto sul colle a 378 m s.l.m. emergono i ruderi,  nascosti tra il caseggiato del borgo e da uno sfondo di folta vegetazione.

Castello di Bibola di Massa Carrara

Il borgo di Bibola, sottostante l’antico e semi diroccato maniero é formato da antiche case accatastate attorno alla parrocchiale di San Bartolomeo.

Qualcuno, visitando ha lasciato scritto questa frase:”Forse mai come in questo caso durante il nostro viaggio alla scoperta degli antichi castelli della Lunigiana, ci siamo trovati di fronte a un complesso in grave stato di degrado e capace tuttavia di comunicare una tale quantità di suggestioni e di emozioni”.

Castello di Bibola di Massa Carrara

Il castello di Bibola, come tutti i castelli di Lunigiana, cambiano nei secoli sovente di controllo e proprietà. La loro storia, segue quella dei Vescovi di Luni, dei marchesi Malaspina, degli Estensi e così via sino al 1659 che risulta ancora funzionante.

Castello di Bibola di Massa Carrara

Il borgo risale al XII-XIII secolo mentre molti edifici, che ancora oggi vediamo, sono posteriori.

Solo nel XIV-XV secolo, sono state costruite le fortificazioni di difesa, consistenti nelle mura che circondano il borgo. Queste opere si sono  ridotte nel tempo ed hanno assunto una funzione di sostegno e di contenimento. Particolare interesse riveste la struttura del borgo in prossimità della porta, che presenta ancor oggi, elementi difensivi con feritoie.

Castello di Bibola

Il maniero di Bibola si presenta in un grave stato di degrado. Dell’antica fortezza sono rimasti infatti solo pochi ruderi.

Ciò non incide comunque sul grande fascino suscitato da questi resti, in grado di comunicare ancora suggestioni ed emozioni. Dai ruderi del castello di Bibola si può godere di una vista di gran parte della Lunigiana lungo la valle del Magra e le valli dell’Aulella, ed a tutta la catena Appenninica Tosco-ligure-emiliana.

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Castello di Strozzavolpe

19 giovedì Feb 2015

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Castelli della provincia di Siena, Castello con fantasma, castello del XII secolo, castello medievale, fortificazione, Il Castello, leggenda del castello, maniero, Poggibonsi, ponte levatoio, Torre merlata

Castello di Strozzavolpe

La storia del Castello di Strozzavolpe o legata a quella di Poggibonsi situato in una piana poco lontana, precisamente sulla Cassia, il maniero venne costruito nel 1154, ma entrando nel dettaglio ricordiamo che il castello del piccolo feudo era appartenuto a nobili famiglie famiglia  come gli Alberti, i Salimbeni, gli Adimari, i Ricciardi come Parte della serie di fortificazioni che proteggevano Poggibonsi.

Castello di StrozzavolpeNel XVI secolo, finite le guerre per il predominio di Firenze su Siena,  è stato trasformato in una casa patrizia.

Il castello conserva ancora il perimetro irregolare delle mura medievali con l’accesso tramite una torre, l’antico cassero, il cui aspetto attuale è però frutto di una ricostruzione ottocentesca.

Castello di Strozzavolpe

Posizionato sulla cima di una collina immerso tra boschi e vigne della campagna senese, il Castello di Strozzavolpe a cui si accede attraverso un ponte levatoio e da una porta che passa sotto un’alta torre merlata, ospita nei suoi saloni una bella collezione di armi antiche visitabile su richiesta.

Castello di StrozzavolpeLa costruzione merlata e turrita nel suo insieme è molto scenografica, ma la sua perfezione è andata a scapito della sua originalità, essendo stato nei secoli rimaneggiato in più parti.

Elemento di spicco del complesso è la torre medievale circondata da appartamenti attrezzati per uso turistico, quasi a formare una sorta di moderna fortezza.

Castello di StrozzavolpeDi fronte alla torre si trova ancora la bella Chiesa Romanica di San Martino a Luco.

Sembra che il nome di Strozzavolpe derivi dall’antica leggenda che racconta di una volpe ferocissima, quasi diabolica, che avrebbe ostacolato la costruzione del castello finché, catturata, dopo un lunga caccia piena di trappole e colpi di scena, non fu impiccata.

Castello di StrozzavolpeIl mago del castello però profetizzò che il castello sarebbe durato “quanto il corpo della volpe” e il furbo castellano fece imbalsamare e poi riempire la carcassa con oro colato per garantire al castello un’esistenza lunghissima.

Un altra leggenda racconta di singhiozzi o sospiri che si sentono di notte nei pressi della “camera rossa” dove la moglie del castellano ed il suo amante furono murati vivi.

Castello di Strozzavolpe

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Castello di Radicofani

09 venerdì Gen 2015

Posted by castlesintheworld in Castelli, Castelli d'Europa, Castelli d'Italia, Castelli della Toscana

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Castello del X secolo, conte Manente di Pepone, conti Aldobrandeschi, Conti di Chiusi, fortezza bastionata, fortificazione, ghibellini, Ghino di Tacco, Guelfi, Guido di Montfort, Papa Adriano IV, Papa Eugenio III, Radicofani, repubblica di Siena, Rocca, Rocca di Radicofani, soldato di ventura

Castello di Radicofani

Il possente castello o Rocca di Radicofani svetta da più di mille anni, fu nominata per la prima volta nel 973, dalla cima di una imponente rupe basaltica di 896 metri, dalla quale domina tutto il territorio posto fra il Monte Cetona, la Val d’Orcia e il Monte Amiata. Ai suoi piedi passava un antico passo della via Cassia, poi Francigena o Romea, e fu senza dubbio questo a determinare la sua nascita e la sua storia, da sempre indissolubilmente legata a questa strada.

Castello di Radicofani

La Rocca di Radicofani divenne importante anche per la giovane Repubblica di Siena da cui dista circa 70 km verso sud.

Per quasi due secoli la Rocca di Radicofani fu gestita a due: Repubblica di Siena e Stato Pontificio con i due intermezzi di Ghino di Tacco.

Castello di Radicofani

Il valico di Radicofani fu protagonista di un episodio storico unico nel suo genere: verso la seconda metà del XV secolo i Senesi, preoccupati dal fatto che un largo tratto della strada risultava difficilmente controllabile dalla Rocca, lo sostituirono, dopo averlo reso inagibile, con un nuovo tracciato che passava sotto le fortificazioni.

Castello di Radicofani

Per la sua importanza strategica la Rocca fu da sempre contesa ed è quasi impossibile tracciare la sua storia molto frastagliata. Inizialmente Radicofani fu sotto il controllo dell’abbazia Benedettina del Monte Amiata ma ben presto i conti Aldobrandeschi, nel 1081, cercarono di sostituirsi ai monaci come poi i Conti di Chiusi, i Manenti di Sarteano.

Castello di Radicofani

Il controllo dei Senesi iniziò nel 1139, quando il conte Manente di Pepone donò una sesta parte del castello al Vescovo di Siena. Ma i monaci non si arresero e si giunse ad un compromesso con l’aiuto della Chiesa Romana, alla quale fu concessa, nella figura di Papa Eugenio III, in locazione perpetua metà della rocca.

Papa Adriano IV, successore di Papa Eugenio I, fece subito fortificare il castello e nel 1198 Innocenzo III lo potenziò ancor di più. Da questo periodo in poi Radicofani si trovò continuamente al centro delle lotte tra Siena e l’alleata di dei fiorentini Orvieto, con la costante intromissione del Papato romano.

Castello di Radicofani

Ricordiamo solo i fatti storici principali: nel 1262 la rocca divenne sede della famiglia Salimbeni, guelfi fuoriusciti da Siena, l’anno successivo i senesi la riesportarono distruggendone poi le mura. La situazione si ripete nel 1264-65, poi ci furono una rivolta contro il potere della Chiesa (1284) e nel 1295 divenne il centro del famoso brigante/soldato di ventura Ghino di Tacco, che da qui sferrò numerosi attacchi ai senesi.

Castello di Radicofani

Nel 1301-1302 Radicofani fu di nuovo al centro della guerra condotta da Guido di Montfort e Margherita Aldobrandeschi, ghibellini, contro i comuni guelfi alleati del papato. I Guelfi vinsero la guerra e la rocca restò in pace per diversi decenni sotto il controllo del papato.

Castello di Radicofani

Siena iniziò a muoversi con decisione per ottenere di nuovo il potere su Radicofani nel 1352 ma nacque una forte controversia fra le due potenze, sanata con la concessione papale della signoria sul castello nuovamente alla famiglia Salimbeni. Finalmente, nel 1405, la Signoria Senese e la famiglia Salimbeni sottoscrissero la pace e il castello passo a Siena.

Castello di Radicofani

Nel 1417 iniziò la costruzione della nuova fortezza bastionata attorno al nucleo originario della rocca. Dopo anni di scaramucce e passaggi di proprietà secondari, sempre finiti con il ritorno di Radicofani a Siena, si giunge a quello che possiamo considerare l’ultimo fatto storico rilevante che interessò la rocca: nel 1555 fu assediata, bombardata e invasa dalle forze imperiali.

Castello di Radicofani

La primitiva rocca ha una pianta quasi triangolare ed è dotata di un possente mastio e oggi si presenta in buono stato grazie ai lavori di restauro effettuati nel 1929 (il mastio è stato oggetto di una completa ricostruzione, con forma molto differente rispetto all’originale).

Castello di Radicofani

All’interno del mastio è oggi ospitato il museo con reperti rinvenuti nel corso degli scavi archeologici eseguiti durante il recente restauro. Interessanti sono anche i resti degli altri lati del nucleo più antico, con resti di beccatelli per la difesa piombante e delle altre torri d’angolo.

Castello di Radicofani

Attorno a questa si svolge la prima cerchia della fortezza bastionata costruita in belle pietre da taglio, con quattro lati irregolari, oggetto di un importante lavoro di restauro che li ha riportati al loro antico splendore.

Castello di Radicofani

La fortezza fu in seguito ampliata verso nord, essendo il lato sud già naturalmente protetto da una forte scarpata, ma di queste mura non restano grandi tracce, ad eccezione dei bastioni  d’angolo al fianco di uno dei quali si apre l’antica porta d’accesso. Le due fortezze cingono in pratica l’intera rupe basaltica su livelli differenti, rendendo quasi impossibile raggiungere il cuore della fortificazione da qualsiasi lato.

Castello di Radicofani

Il castello è stato restaurato con un progetto Fio del valore di oltre 9 miliardi. Dal gennaio 1999 la fortezza è stata riaperta al pubblico, oggi è interamente visitabile, compresi tutti i camminamenti sotterranei e le postazioni di tiro.

Castello di Radicofani

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