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~ Quando diciamo "castello", la fantasia porta ad evocare un universo fantastico e meraviglioso popolato di dame e cavalieri, di assedi e di duelli, di amori e delitti, storie e leggende, nelle pietre dei castelli sono incisi secoli di storia. In questo Blog voglio condividere la mia passione per questo tipo di architetture, scoprire insieme le diversità da stato a stato, le loro bellezze, la loro storia e i loro misteri. Un anticipato GRAZIE alla collaborazione di Wikipedia, l'enciclopedia libera. per la realizzazione dei contenuti ! Se hai foto, articoli di castelli oppure rievocazioni storiche da segnalarmi la mia e-mail è : castlesintheworld@yahoo.it

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Archivi tag: castello del IX secolo

Castello di Punta Troia

09 lunedì Nov 2015

Posted by castlesintheworld in Castelli, Castelli d'Europa, Castelli d'Italia, Castelli della Sicilia

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Castelli della provincia di Trapani, castello del IX secolo, Ferdinando II di Borbone, fertezza costiera, Isole Egadi, normanni, Osservatorio per la Foca Monaca, re Ruggero II, Real Castello del Marettimo, Sareceni

Castello di Punta TroiaIl Castello di Punta Troia fu edificato sulla cima di un suggestivo promontorio, a cui si accede per una sottile lingua di terra all’estrema punta nord-occidentale di Marettimo, il castello sorge sulle fondamenta di una torretta di avvistamento costruita nel IX secolo dai Saraceni. Castello di Punta TroiaNel XII secolo Ruggero II, re normanno di Sicilia, fortificò le postazioni difensive delle Egadi, tra le quali la torretta di Punta Troia; ma fu nel 1600 circa che gli Spagnoli edificarono l’attuale castello, dotandolo di una grande cisterna per la raccolta d’acqua e di una chiesetta che fu chiamata Real Chiesa Parrocchiale di Marettimo. La cisterna, detta la Fossa, venne successivamente adibita dagli stessi Spagnoli a prigione per i reati più gravi.Castello di Punta Troia

Dalla fine del ‘700 il Real Castello del Marettimo divenne un carcere per prigionieri politici,fino al 1844, quando Ferdinando II di Borbone, dopo un’ispezione,ne decise la chiusura.Castello di Punta Troia

Sul perimetro che circonda il castello vi è una cisterna e si può ipotizzare che sia quella che il Pepe citava come cella di reclusione,l piano inferiore è costituito da un solo ambiente e da una scalinata che conduce al piano superiore a cui si accede tramite una sorta di androne e, attraverso un piccolo passaggio, chiuso da un cancello si arriva ad una piccola scalinata che porta ad un terrazzamento dove vi sono varie stanze.Castello di Punta TroiaA differenza dei forti di Favignana, il castello di Punta Troia è stato recentemente ristrutturato ed è aperto al pubblico. Al castello di Punta Troia si può arrivare percorrendo il sentiero realizzato dalla Forestale, anche se non è molto adatto per i bambini, è senz’altro l’ideale per chi ama le passeggiate nei sentieri di montagna. La via più facile e breve per raggiungere il castello è comunque in barca, con una delle guide locali.Castello di Punta Troia

Secondo la storiografia locale, sull’altopiano scosceso di Punta Troia, i Saraceni costruirono una torre di avvistamento, probabilmente coeva a quelle costruite a Favignana e a Levanzo, successivamente tale torre di avvistamento fu convertita da Ruggero in un castello. Un altro autore che parla del castello di Punta Troia è Guglielmo Pepe, che vi fu recluso durante i primi anni dell’ 800.

Castello di Punta Troia

Fu adibito in seguito,durante i conflitti mondiali, a punto di avvistamento militare e stazione telegrafica, rimasto per più di un secolo abbandonato al suo destino, è stato recentemente restaurato, oggi ospita il Museo delle Carceri di Punta Troia e l’Osservatorio per la Foca Monaca dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi.Castello di Punta Troia

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Castello Chiola

22 giovedì Ott 2015

Posted by castlesintheworld in Castelli, Castelli d'Europa, Castelli dell'Abruzzo

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Castelli della provincia di Pescara, Castello con fantasma, castello del IX secolo, castello medievale, famiglia Chiola, le crociate, Longobardi, Loreto Aprutino, normanni, San Tommaso d’Aquino

A medieval castle houses a prestigious hotel in Loreto Aprutino. castello chiola

Il Castello Chiola, arroccato sulla cima del colle su cui sorge il borgo antico di Loreto Aprutino, gode di una posizione privilegiata tra i monti del Gran Sasso, quelli della Maiella e la costa adriatica.Castello Chiola

La presenza di una struttura fortificata nel punto in cui sorge il castello, è testimoniata da tempi remoti, addirittura dall’anno 864 d. C.; i primi documenti storici infatti, riferiscono che il sito, nel periodo alto medioevo, fu un presidio Longobardo e successivamente, nel 1071, avamposto dei Normanni.Castello Chiola

In età basso medievale, dal XIII secolo, la struttura fu dimora di nobili famiglie feudali, dai D’Aquino, ai D’Avalos, ai Caracciolo, fino a diventare di proprietà della famiglia Chiola che qui visse dal 1843 al 1995.

Proprio grazie ai Chiola il castello, che all’epoca versava in condizioni di fatiscenza, venne restaurato e trasformato nell’attuale palazzo dall’architetto Francesco Valentini, che ne attuò un’originale rilettura in chiave neo-cinquecentesca.Castello Chiola

La leggenda vuole che a Loreto Aprutino si sia fermata la famiglia di San Tommaso d’Aquino di ritorno dalle crociate e che, proprio soggiornando nel Castello, il piccolo Tommaso abbia compiuto il “miracolo delle rose”. Oggi è il Santo protettore del paese insieme a San Michele Arcangelo e San Pietro.
Dimora di nobili famiglie, carcere, ospedale militare, caserma degli eserciti invasori nei secoli il maniero medievale ha cambiato aspetto e residenti, conservando intatti aspetti architettonici, fascino e mistero. Castello ChiolaE proprio “misteriosa” e suggestiva è l’aria che si respira, animata dalla leggenda del fantasma che dimora al terzo piano del castello e i cui gemiti e poi grida vengono di tanto in tanto uditi dagli ospiti! È il sensuale fantasma di Sharan, la bella creola che, secondo la leggenda, si gettò dalla torre più alta del maniero per sfuggire alle voglie del conte Silveri.
Qualche anno fa furono i dipendenti dell’hotel a notare rumori e grida inquietanti provenienti dal terzo piano.Castello Chiola

Nei mesi scorsi, invece, alcuni turisti britannici hanno denunciato al direttore del Chiola di aver ascoltato durante la notte rumori strani, voci e sospiri, a sentire i lamenti della bella Sharan sono stati dei signori inglesi e scozzesi, che di fantasmi se ne intendono, abituati come sono ai loro castelli “dannati”.Castello Chiola

Secondo la storia il fantasma per liberarsi deve venire a contatto diretto con un essere umano. Finora questo non è avvenuto e il suo spirito continua a “chiamare” ogni notte affinché qualcuno lo liberi.Castello Chiola

Oggi, dopo un raffinato restauro promosso da Intendenza delle Belle Arti e Comunità Europea, si propone come struttura alberghiera e congressuale di altissimo livello. Il Castello deve il suo nome alla famiglia Chiola, ultima proprietaria e qui residente dal 1870 al 1995, suite e camere preziose, una corte interna che rappresenta l’anima del Castello e scenario ideale per incontri, rassegne di musica jazz, installazioni artistiche e presentazioni.Castello Chiola

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Castello di Rabat

10 giovedì Set 2015

Posted by castlesintheworld in Castelli, Castelli dell'Asia, Castelli della Georgia

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castello del IX secolo, castello Lomisa, castello medievale, castello-fortezza, Charles Aznavour, città di Akhaltsikhe, fiume Potskhovi, fortezza, Mtavari, Ottomani, Principe Vakhushti di Kartli, Regione SamtskheAtabeg

Castello di RabatiIl Castello di Rabat  è un castello medievale nella città di Akhaltsikhe, in Georgia, la vecchia Samtskhe città principale nella Regione SamtskheAtabeg, una residenza situata nella riva del fiume Potskhovi.Castello di Rabati

Secondo Le cronache georgiani la città è stata fondata nel IX secolo dal Guaram Mampal, figlio del re di Tao. Dal XIII fino alla fine del XIV secolo conosciuta come prigione storica, fu la capitale del Samtskhe-Saatabago, governato dal principesco Mtavari una dinastia regnante del Principato di Samtskhe, la Casa di Jaqeli.Rabati Castle (Akhaltsikhe, Georgia)

Nel 1393 la città fu attaccata dagli eserciti di Tamerlano, nonostante il  invasioni turco-mongolo la fortezza resistito e continuato a prosperare. Costruito nel XIII secolo, inizialmente era chiamato il castello Lomisa fino a quando fu conquistato dagli Ottomani.Rabati Castle (Akhaltsikhe, Georgia).(1)

Dopo il trattato di Costantinopoli nel 1590, tutto il territorio del Samtskhe-Saatabago è andato sotto il dominio dell’Impero Ottomano e inizia un periodo di islamizzazione con la costruzione di moschee e madrasse e edifici difensivi, fino al  Principe Vakhushti di Kartli storico e cartografo di quel tempo.Castello di Rabati

Entro la fine del XVIII secolo metropolita Giovanni scrive che “nonostante il fatto che una gran parte della popolazione è stata islamizzata, c’è ancora funzionante Chiesa ortodossa”. Castello di RabatiDopo il Trattato di Georgievsk tra il Regno di Kartli e Impero russo è stato firmato la questione del destino di Akhaltsikhe sorto. Il primo tentativo di prendere la fortezza di Rabat nel 1810 è sceso.Castello di Rabati

I russi presero la città dopo 18 anni nel 1828, la ortezza molte volte viene distrutta e poi ricostruita, il complesso Rabat è sopravvissuto alla guerra ma in pessime condizioni, dopo il trattato di Adrianopoli nel 1829, gli Ottomani fu ceduta la parte della regione di  Akhaltiske.Castello di Rabati

Nel periodo sovietico la chiusura del confine con la Turchia ha isolato la città e provocato il declino della sua importanza. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica la mutata situazione geopolitica ha dato un nuovo impulso allo sviluppo della città.Castello di Rabati

Progetto di riabilitazione della fortezza di Rabat ha avuto inizio nel 2011, la cui prima fase è stata completata nel mese di agosto 2011 riabilitata al pubblico la fortezza nella regione è diventata una delle più importante attrazioni e centro turistico.Castello di Rabati

Il restauro del castello di Rabat è durato più di 15 mesi, e il suo completamento fu celebrato da uno speciale concerto del famoso cantante francese Charles Aznavour, il cui padre è nato a Akhaltsikhe. Castello di Rabati

All’interno ospita Ivane Javakhishvili Samtskhe-Javakheti History Museum nel 1972 si trasferisce su due edifici in territorio Rabati in Akhaltsikhe ed è stato nominato dopo Ivane Javakhishvili. Oggi, il museo ospita la parte significativa del patrimonio culturale della regione.Castello di Rabati

Totalmente conserva oltre 25.000 oggetti. Essi comprendono manoscritti e antichi libri stampati (pergamene risalenti al XI, XII, XV e XVII ecc.), Foto, archeologico, numismatico e collezioni etnografiche, ecc del museo collezione tessile (tappeti del XIX XX secolo), così come la raccolta di antiche iscrizioni su pietra tagliati sono di grande importanza.Castello di Rabati

Dal dicembre 2004 Museo di Storia Ivane Javakhishvili Samtskhe-Javakheti è una parte del Museo Nazionale della Georgia, oltre ai due edifici principali che visualizzano mostre permanenti  il Castello che lo circonda, edificio amministrativo, moschea costruita nel 1752, Rovine di un medresa (scuola islamica) che appartengono al Museo.Castello di Rabati

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Castello di Populonia

12 venerdì Giu 2015

Posted by castlesintheworld in Castelli, Castelli d'Europa, Castelli d'Italia, Castelli della Toscana

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Castelli della provincia di Livorno, castello del IX secolo, castello medievale, famiglia degli Appiani, feritoie, fortezza, fortezza medievale, golfo di Baratti, merlatura ghibellina, Piombino, Principato di Piombino, Pupulonia, Rocca

Castello di PopuloniaIl Castello o Rocca di Populonia si trova in posizione panoramica nell’omonima frazione di Piombino e domina, da un’altura, il golfo di Baratti, la costa a nord di Piombino e il tratto di mare tra la terraferma e l’arcipelago toscano.Castello di Populonia

Il borgo e la Rocca di Populonia come lo vediamo oggi risale al XV secolo. Faceva parte del Principato di Piombino, retto dalla famiglia degli Appiani, di origine pisana. Al loro intervento si deve l’impianto medievale del borgo, oltre alla torre e alle fortificazioni.Castello di Populonia L’attuale rocca fu infatti iniziata dai Signori di Piombino Jacopo II Appiani e portata a termine da Jacopo III Appiani nella metà del Quattrocento, a seguito di un preciso progetto di rilancio urbanistico e demografico di Populonia, ridotta ormai allo stato di umile villaggio.

Situato sull’acropoli dell’antica Pupulonia, la rocca rinacque come castello medievale nel Trecento, dopo secoli di abbandono dell’abitato.

Castello di Populonia Le forme attuali mostrano una struttura transitoria, tra l’edilizia medievale e la fortificazione alla moderna di fine del quattrocento: se i lati affacciati sui dirupi della collina vennero dotati tutt’al più di contrafforti, essendo improbabile una cannonatura a tale altitudine, quello rivolto alla strada venne dotato di un mastio semicircolare, dalla solida basa, dotato di feritoie e merlatura ghibellina. Domina il tutto l’alto torrione centrale, a pianta medievale, già mastio della fortezza medievale.Castello di Populonia

Dotato di un’alta scarpatura, presenta una muratura fatta di blocchi irregolari, tranne agli angoli, porta rialzata e una merlatura con quattro elementi sui lati lunghi e tre su quelli corti. Rara per la Toscana è la presenza del doppio sporgente, verso l’interno e verso l’esterno, frequente invece nei castelli scaligeri.Castello di Populonia

La cinta muraria quattrocentesca ha una pianta rettangolare, vicina al quadrato, con camminamento di ronda e garitte a sporto agli angoli. Più tarda è la muratura semicilindrica del lato sud-ovest, pure dotata di scarpatura e un camminamento più alto degli altri lati. Ha feritoie anche sul lato interno, per difendersi da eventuali nemici che fossero penetrati all’interno.Castello di Populonia

La rocca è poi congiunta alla muratura del borgo, dalla torre della Rocca si potrà vedrete un panorama a 360° di tutto il promontorio, l’isola d’Elba, la Corsica, la Capraia e la Gorgona appariranno come d’incanto davanti ai vostri occhi.Castello di Populonia

 Nel museo etrusco all’interno della Rocca, racchiude una delle più importanti collezioni private, si potrà osservare molti dei reperti rinvenuti negli scavi del parco archeologico, nella piazzetta si trova la piccola chiesa di Santa Croce.Populonia_-_Castello

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Castello di Prata Sannita

12 martedì Mag 2015

Posted by castlesintheworld in Castelli, Castelli d'Europa, Castelli d'Italia, Castelli della Campania

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Alfonso I d'Aragona, architettura angioina, borgo medievale, Castelli della provincia di Caserta, Castelli Longobardi, castello del IX secolo, cavalieri del Santo Sepolcro, Cavalieri Templari, Cavalieri Teutonici, conti Pandone, Federico II di Svevia, fortezza medievale, Il Castello, Longobardi

Castello di Prata SannitaIl Castello di Prata Sannita  fu edificato per la prima volta nel IX secolo, il castello di Prata fu distrutto nel 1134 e fu interamente ricostruito nel XV secolo tipico dell’architettura angioina, quando il feudo di Prata pervenne ai Pandone che dotarono il Borgo di un muro di cinta a protezione dell’abitato.
Castello di Prata Sannita
Nel corso del IX secolo nacque il borgo come vero e proprio agglomerato fortificato: a causa delle continue invasioni, infatti, la popolazione si trasferì su un’altura difficilmente accessibile. Al fine di rendere ancora più sicura la difesa del borgo, vennero costruite le torri e la cinta muraria e, nello stesso tempo, i signori longobardi costruirono il primo nucleo del castello che venne ampliato, fortificato e ristrutturato nel secolo XIV, sotto la dinastia dei conti Pandone.
Castello di Prata Sannita
Le famiglie che si sono succedute nel possesso del castello e della Baronia e che hanno dato lustro a alla terra di Prata furono i Villacoublay, i Capuano, i Sanframondo e i Pandone. Nel 1500 il feudo passa alla famiglia Rota e nel 1600 alla famiglia Invitti che lo detennero fino al XIX secolo per poi giungere fino alla Famiglia Scuncio che lo detiene da oltre centocinquanta anni.
Castello di Prata Sannita
Dall’aspetto, maestoso e solenne, traspare l’architettura militare angioina con le sue quattro torri cilindriche che superbamente si elevano al cielo: da esse, dalla mole dell’edificio dai cui spalti si domina buona parte della Media Valle del Volturno, e dalla struttura solidamente fortificata, si può dedurre che il castello ha avuto un ruolo militare strategico, soprattutto dal punto di vista difensivo.
Castello di Prata Sannita
Nel corso degli anni il Castello subì numerose trasformazioni ma, quando venne meno la funzione difensiva, nel castello si istituì una scuola che insegnava le buone maniere, la cortesia, il nuovo concetto dell’amore. Ciò per uniformarsi alle nuove concezioni sorte in Francia, diffusasi gradatamente in tutta Europa e, di conseguenza, in Italia.
Castello di Prata Sannita
Divenuto centro culturale importante, vi affluirono numerosi giovani appartenenti alle più nobili famiglie. Il castello fu visitato dall’imperatore Federico II di Svevia e insieme a lui raggiunsero il maniero i Templari, i cavalieri del Santo Sepolcro e i cavalieri teutonici. È solo uno degli episodi che la millenaria storia del castello può suggerire a chi lo visita.
Castello di Prata Sannita
Nelle segrete, incisioni sulla pietra di croci e simboli, testimoniano che il racconto non è leggenda. Vi soggiornò anche Alfonso I d’Aragona. Per accedere al castello bisogna attraversare il portone posto dopo l’ingresso del Borgo in via Portelle e le rampe di accesso in pietra con ampie gradinate e tornanti che terminano con una spianata dalla quale si domina buona parte del Borgo.
Castello di Prata Sannita
Di forma rettangolare, il castello si articola intorno ad un cortile, la cui pavimentazione ricopre una cisterna dove confluiscono le acque piovane. Subito dopo l’arco d’ingresso al borgo, un portone introduce alle rampe d’accesso al castello, costruite in pietra ad ampie gradinate. Il portone d’ingresso si apre su un androne in pietra viva e su una scalinata che separa le due ali del palazzo. Le stanze abitate sono distribuite su tre piani.
Castello di Prata Sannita
Il piano terreno ospitava anticamente i locali della servitù; precede il vano delle cantine e, poi, della prigione, che occupa la base della Torre piccola, un vano circolare sulle cui pareti sono incise le emozioni dei prigionieri.
I due vani, posti dopo il cortile, mostrano gli accorgimenti difensivi nella costruzione del castello. Nel vano più spazioso dell’ala sinistra sono visibili zone d’intonaco dipinto, la cappa di un camino e finestroni circolari che guardano verso il cortile.

SONY DSC

Da qui si accede alla torre Nord dove vi sono un affresco con racemi e una piccola Annunciazione. Il secondo vano, al quale si accede mediante una scala ottocentesca in cotto, ripercorre la suddivisione delle stanze del secondo piano; da qui è possibile raggiungere la terrazza posta sulla Torre piccola e ammirare l’intero Borgo fino alle pianure di Venafro e la valle di Pratella.
Castello di Prata Sannita

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Fortezza di Altit

10 domenica Mag 2015

Posted by castlesintheworld in Castelli, Castelli del Pakistan, Castelli dell'Asia

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Aga Khan Trust for Culture, Altit Fort, castello del IX secolo, Eftaliti, fortezza, Gilgit Baltistan, Karimabad, Unni, Unni bianchi, valle di Hunza

Fortezza di Altit

La Fortezza di Altit è un antico forte sopra Karimabad nella valle di Hunza in Gilgit Baltistan , Pakistan . In origine era sede dei sovrani ereditari dello Stato di Hunza che portava il titolo Mir , anche se spostati un po ‘più giovane Baltit forte vicine tre secoli dopo. Altit Fort e in particolare la torre Shikari è circa 1100 anni, che lo rende il più antico monumento della Gilgit-Baltistan.

Fortezza di Altit

La parola Altit significa questo lato verso il basso ed è una parola tibetana. La gente di Altit si dice di appartenere a Unni bianchi, anche se non molte ricerche è stato fatto per la questione. Si dice che l’attuale lingua Bruchiski è stato portato qui dagli Unni bianchi  o Eftaliti erano una tribù nomade che viveva tra Cina, India, Asia centrale e Pakistan nel 47 d.C.

Fortezza di Altit

Il primo nome per la frazione Altit era Hunukushal, cioè il villaggio di Unni . Gli Unni venuti dalla valle Huang-Ho in Cina. Il nome poi cambiato in Broshal, tradotto come un villaggio di altoparlanti Bruchiski .

Fortezza di Altit

Erano fedeli spiritose Sciamanesimo era in pratica. Nel XV secolo è stato introdotto l’Islam sciita. Intorno al 1830, a sua volta molti convertiti ismailismo.

Fortezza di Altit

La fortezza di Altit era in grande rovina, ma è stato recentemente restaurato dalla Aga Khan Trust for Culture programma di sostegno alla città storiche e il governo della Norvegia.

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E ‘caratterizzata da piccole stanze e basse portali con sculture in legno squisiti. Giappone ha contribuito alla ristrutturazione del vecchio villaggio circostante. Altit Fort è una località turistica che è stato aperto al pubblico dal 2007.

Fortezza di Altit

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Rocca Fregoso

23 giovedì Apr 2015

Posted by castlesintheworld in Castelli, Castelli d'Europa, Castelli d'Italia, Castelli dell'Emilia Romagna

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Castelli della provincia di Rimini, castello del IX secolo, Castello sulla roccia, Conti Cavalca di Bertinoro, famiglia Malatesta, famiglia Montefeltro, fortezza monastica, Rocca, Sant’Agata Feltria

Rocca Fregoso.

La Rocca Regoso sorge su un enorme blocco di pietra arenaria che in antichità attribuì alla zona il nome di “Pietra Anellaria” o “Sasso del Lupo”, e dall’alto di questo strapiombo naturale domina la sottostante valle del Savio.
Secondo una leggenda, verso il Seicento d.C., in seguito ad una frana, dal Monte Ercole sovrastante Sant’Agata Feltria, si staccò una roccia arenaria, sulla quale ai primordi dell’VIII secolo, sorse una chiesa costruita in ricordo della Santa.

Rocca di Fregoso ... Sant'Agata Feltri (marzo 2013)

Ai piedi della roccia, venne a costruirsi man mano, un agglomerato di case che, proprio dalla santa e martire di Catania, prese successivamente il nome di Sant’Agata Feltria.

Alla fine del secolo IX, per investitura ecclesiastica, tutto il territorio santagatese venne signoreggiato dai Conti Cavalca di Bertinoro, i quali mantennero il feudo di Sant’Agata Feltria per quasi due secoli.
La Rocca fu innalzata nel X secolo dal conte Raniero Cavalca come baluardo bellico, ma divenne col passare dei secoli dimora per varie Signorie.

SONY DSC
Dopo il 1410, il Rettorato di Sant’Agata Feltria fu affidato, di volta in volta, ai Malatesta e ai Montefeltro, in base alle opinioni che i pontefici potevano avere su entrambe le nobili famiglie; in particolare nel 1430 S.Agata venne data in Vicariato ai Malatesta fino al 1463, quando Federico da Montefeltro dopo aver sconfitto Sigismondo Pandolfo Malatesta nella battaglia lungo il fiume Cesano, riconquistò per la Santa Sede la rocca di S.Agata ed i castelli dell’alto Montefeltro, ottenendo così dal pontefice la cessione del Vicariato.
Con i Montefeltro iniziò, per la piccola cittadina, un periodo splendido che continuò con la famiglia genovese dei Fregoso di cui la rocca conserva ancor oggi il nome.

Rocca Fregoso

La prima menzione di una struttura fortificata a S.Agata è databile agli inizi del XII secolo. E’ ormai certo che l’attuale aspetto è dovuto a numerose fasi di costruzione, sebbene a prima vista l’impressione è di grande unità stilistica.
L’edificio trae quindi origine dall’accorpamento di più blocchi edilizi articolati intorno ad una Corte interna.

Rocca Fregoso..Agli inizi del XII secolo: con molta probabilità questo primo insediamento fortificato era costituito da una torre contornata da mura e posta sulla sommità della collina nonché dal corpo di fabbrica, posto a nord e dalla cinta fortificata del cortile.

Rocca Fregoso

Ipoteticamente il primo impianto poteva essere configurato all’origine come un recinto quadrato, poiché lo spessore dei muri, oggi muri interni della corte, arriva fino a misurare 2 mt di larghezza, ossia è più che adeguato a murature esterne nel primo periodo medievale. Anche la porta che oggi funge da ingresso alla corte, potrebbe essere l’ingresso originale del castello.

Rocca Fregoso

 

Un primo ampliamento è rappresentato da un corpo residenziale a tre piani, che corrisponde oggi allo spigolo ovest della costruzione; la destinazione residenziale è accertata dagli scarichi delle lastrine inseriti nelle murature in fase di costruzione.
Torre di Simonetto Fregoso.

Rocca Fregoso

A sinistra dell’ingresso si trova una torre esagonale sul fronte più esposto al tiro delle artiglierie. La torre denominata “Torre di Simonetto Fregoso” si presenta simile ad una carena di nave con superfici sfuggenti per contrastare l’attacco con armi da fuoco.

Rocca Fregoso

Il muro che la collega all’androne di ingresso è stato aggiunto in epoca più tarda; da ciò si evince che essa era collegata al resto del castello solo da un segmento murario che alla base misura uno spessore di tre mt; è possibile che servisse ad estendere le capacità di avvistamento del castello.
Il collegamento tra la torre ed il corpo principale sembra essere stato possibile solo da un camino di ronda. Ancora oggi il torrioncino è ben conservato e al suo interno si trova una piccola e graziosissima cappella esagonale che racchiude affreschi cinquecenteschi.

Rocca Fregoso

 

Negli ultimi due secoli la Rocca venne adibita a Convento dei Frati Minori Conventuali, a edificio per le scuole superiori di ginnasio.
Durante la prima guerra mondiale la rocca viene adibita a carcere militare; danneggiata durante il secondo conflitto verrà adibita a casa popolare.

Rocca FregosoAttualmente la Rocca è sede di un museo permanente e ospita con continuità mostre culturali di carattere storico-scientifico-artistico di notevole spessore.
Il Museo, istituito nel 1974, dopo i lavori di restauro della Rocca, raccoglie i documenti dell’archivio storico del rettorato Agatense, mobili e oggetti rari del primo ’900; una collezione di opere grafiche che spazia dai manoscritti, agli ex libris, dalle litografie pubblicitarie, alle preziose stampe originali di autori italiani ed europei.

Rocca Fregoso

 

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Castello di Multan

16 giovedì Apr 2015

Posted by castlesintheworld in Castelli, Castelli del Pakistan, Castelli dell'Asia

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Alessandro il Grande, Alessandro Magno, castello del IX secolo, Citta di Punjab, città di Muldan, dinastia Katoch, fiume Punjab, Indù, Katochgarh, Maharaja Ranjit Singh, Muhammad Bin Quasim

Multan Fort

Il Castello di Multan è una fortezza militare, era un punto di riferimento di difesa indiana, alcune stime il forte originale fu costruito tra 800 al 1000 a.C. e si trova nella  città storica del Punjab, nel Pakistan, anche conosciuta come Alessandria sull’Indo.

Bahawalpur

Importante città dell’India, si crede che corrisponda ad una città fondata nel 325 a.C. da Alessandro il Grande alla confluenza del fiume Punjab con il fiume Indo.

Si crede sia stata fondata nel 500 a.C. Alcuni storici ritengono che la città esistesse addirittura prima dell’avvento di Bikramjit, quando il giainismo e il buddismo erano diffusi in quest’area. All’epoca dell’invasione di Alessandro il Grande, la città era governata dagli indù.

Castello di Multan

E ‘stato costruito nei pressi della città di Multan , in Punjab provincia, su un poggio separato dalla città dal fiume Ravi . La fortezza fu distrutta dalle forze britanniche durante l’ occupazione britannica dell’India.

Castello di Multan

Il forte è stato notevole sia per la sua efficacia come un impianto di difesa e per la sua architettura. Rapporti contemporanei mettere le mura del forte di 40 a 70 piedi (21 m) e alta 6.800 piedi (2 km) di circonferenza. 46 della fortezza bastioni inclusi due torri che fiancheggiano in ciascuna delle quattro porte (il De, Sikki, Hareri e Khizri Gates).

Castello di Multan

Un fosso 25 piedi (7,6 m) di profondità e 40 piedi (12 m) di larghezza e un 18 piedi (5,5 m) spalti protetti il forte da intrusi.

Multan Fort

All’esterno della fortezza vi era una cittadella fiancheggiata da 30 torri, racchiuse da moschee , un tempio indù e Khan palazzo s ‘. La cittadella è stata gravemente danneggiato dal bombardamento dei cannoni del Maharaja Ranjit Singh nel 1818.

Castello di Multan

Muhammad bin Qasim conquistò la città e durante il periodo della dominazione musulmana, Uch fu uno dei centri di studio dell’islam in Asia. Qui sono presenti tombe di alcuni famosi mistici sufi, tra cui si distingue la tomba di Syed Jalaluddin Bukhari e della sua famiglia.

Il Forte è stato originariamente conosciuto come Katochgarh ed è attribuita sia stato costruito dalla dinastia Katoch.

Castello di Multan

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Castello di Bibbiano

26 giovedì Mar 2015

Posted by castlesintheworld in Castelli, Castelli d'Europa, Castelli d'Italia, Castelli della Toscana

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Tag

Arrigo III, Castelli dell'Alto Medioevo, Castelli della provincia di Siena, castello del IX secolo, castello medievale, castello privato, conti Cacciaconti, famiglia Borghese, famiglia Guiglieschi, garitte, Il Castello, pittore Pietro Lorenzetti, ponte levatoio

Castello di BibbianoIl castello di Bibbiano di trova nel Comune di Buonconvento, in Provincia di Siena.

Il toponimo Bibbiano deve il suo nome, per derivazione, dal termine “bibbio” , altro nome del fischione, un uccello acquatico che proliferava in queste zone.

L’insediamento risalgono all’850 ed era proprietà del legato imperiale al tempo di Ludovico II, Guinigi di Reghinari, conte longobardo: della sua famiglia (detta Guinigio Winigi) si trovò uno stemma nell’oratorio del fortilizio della Torre, costruito nel IX secolo.

Castello di Bibbiano

Il castello è appartenuto alla famiglia dei Guiglieschi fino al 1051, quando Arrigo III lo destinò all’abbazia di Sant’Antimo, per poi passare di mano ai conti Cacciaconti. Da questi il castello passò alla Repubblica Senese nel 1197 che provvide a fare opere di rafforzamento e difesa. Nel 1298 il suo oratorio venne assegnato alla diocesi di Siena (oggi è sotto la parrocchia di San Lorenzo a Bibbiano). verso il 1345 era dei Bichi, che vi avrebbero ospitato anche il pittore Pietro Lorenzetti.

Castello di Bibbiano

Nel Quattrocento vi lavorò all’ammodernamento Giorgio Lombardo. Nella prima metà del XVI secolo fu restaurato da Baldassarre Peruzzi per conto del cardinale Raffaello Petrucci, che ne aveva preso possesso dal 1515.

È stato quindi proprietà dei Borghese (qui visse la sua adolescenza Marcantonio Borghese prima di intraprendere la sua folgorante carriera ecclesiastica a Roma), dei Chigi (che sborsarono 70.000 ducati) e dei Malavolti.

Di aspetto medievale, e merlatura guelfa, è cinto su tre lati da un fossato con ponticello in muratura (in origine era presente un ponte levatoio) e parziale camminamento per la ronda. Il camminamento resta solo sul lato nord, mentre nell’angolo ovest è presente una garitta in mattoni, merlata e stondata sul lato interno, che doveva essere il riparo delle sentinelle di guardia. I lati sud-ovest e sud-est sono più bassi e peggio conservati: restano tracce di altre  perdute nelle mensole d’angolo superstiti.

Castello di Bibbiano

All’interno si trova un cortile ad anello, con al centro il mastio, collegato alle mura da un passaggio ad arco che scavalca la radura interna. Sull’arco un camminamento retto da mensole porta a una delle due originarie torrette d’angolo, con merlatura rifatta in stile, che sormonta il portale d’ingresso a nord-est.

I basamenti murari sono leggermente scarpati e il mastio ha una cornice di archetti pensili su beccatelli all’altezza del primo piano, che reggono il leggero aggetto del piano superiore. In corrispondenza di un’altra torretta, dotata di arco ribassato in laterizi alla base e piombatoio, si trova il portale interno del cassero, posto in asse con l’accesso alle mura esterne e incorniciato elegantemente da bozze in arenaria tufacea. Il secondo piombatoio, che lo sovrasta, è un rifacimento recente.

Castello di Bibbiano

All’interno l’Annunciazione, ultima opera di Pietro Lorenzetti, e la Madonna nella cappella del castello, opera di Baldassarre Peruzzi.

nel 1909 un terremoto fece crollare la sommità della torretta delle mura, che venne poi ripristinata. nel 1913 l’avvocato Mario Costanti Marri Mignanelli lo acquistà. Nel 1922 venne dichiarato monumento nazionale. In seguito fu del cavaliere Silvio Nardi, proprietario anche della tenuta di casale del Bosco che circonda Bibbiano.

Al 2011, il castello è proprietà privata ed è previsto un progetto per la sua destinazione a fini turistico-alberghieri.

Castello di Bibbiano

 

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Castello Aragonese di Taranto

22 sabato Nov 2014

Posted by castlesintheworld in Castelli, Castelli d'Europa, Castelli d'Italia, Castelli della Puglia

≈ Commenti disabilitati su Castello Aragonese di Taranto

Tag

bizantini, bocche da fuoco, Carlo d'Angiò, Castelli della provincia di Taranto, castello aragonese, castello del IX secolo, Ferdinando II d'Aragona, Filippo II di Spagna, fortificazione, Il Castello, Napoleone Bonaparte, Repubblica di Venezia, Rocca, sala delle torture, Saraceni

Castello Aragonese di Taranto

Il castello Aragonese di Taranto (o castel Sant’Angelo), occupa con la sua pianta quadrangolare e il vasto cortile centrale, l’estremo angolo dell’isola su cui sorge il borgo antico della città.

Il primo nucleo del castello risale al 916, quando i Bizantini avviarono la costruzione della “Rocca” a protezione dagli attacchi dei Saraceni e della Repubblica di Venezia. Questa prima fortificazione era costituita da torri alte e strette, dalle quali si combatteva con lance, frecce, pietre, ed olio bollente. Nel 1481 fu realizzato un primo canale navigabile, più stretto dell’attuale e con sponde irregolari, per consentire il passaggio di piccole imbarcazioni e migliorare la difendibile del castello.

Castello Aragonese di Taranto

Nel 1486, Ferdinando II d’Aragona incaricò l’architetto e ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini di ampliare il castello e di conferirgli l’attuale struttura, onde rimpiazzare la tipologia medievale delle torri concepita per la difesa piombante. L’utilizzo infatti dei cannoni in seguito alla scoperta della polvere da sparo, necessitava di torri larghe e basse, di forma circolare per attutire l’urto delle palle di cannone, fornite di rampe o scivoli che permettessero lo spostamento dei pezzi da una torre all’altra, nonché dotate di un ampio e robusto parapetto con specifiche aperture per le bocche da fuoco.

Castello Aragonese di Taranto

La nuova fortificazione doveva comprendere sette torri, di cui quattro unite tra loro a formare un quadrilatero, e le rimanenti tre allineate lungo il fossato fino al Mar Piccolo. Le quattro torri furono intitolate rispettivamente a san Cristofalo, a san Lorenzo, alla Bandiera ed alla Vergine Annunziata.

Castello Aragonese di Taranto

Il primo castellano, poiché i fondi per ultimare la parte aragonese del castello (il quadrilatero) non erano sufficienti, impose in un primo momento il dazio sulla pesca, successivamente ingrandì il castello unendolo alla torre Sant’Angelo che fu costruita a spese del Comune.

Castello Aragonese di Taranto

Le torri tonde e massicce del castello risultarono alla fine alte e larghe 20 metri, unite tra loro da cortine lunghe 40 metri e con 4 ordini di fuoco. Il castello era dotato di due uscite corrispondenti a due ponti levatoi. Sul fossato passava il ponte del Soccorso, che univa il castello alla zona che allora era campagna e che oggi viene denominata Borgo. Sul lato opposto invece, il ponte dell’Avanzata univa il castello con il borgo antico, sorpassando il fossato scavato per isolare la struttura dalla città.

Castello Aragonese di Taranto

Nel 1491 fu aggiunto sul lato rivolto al mar Grande il rivellino di forma triangolare tra la torre della Bandiera e la torre San Cristofalo. Il castello fu ultimato nel 1492, come risulta dall’incisione di una lapide murata sulla “Porta Paterna” insieme allo stemma degli Aragonesi inquartato con l’arma dei d’Angiò.

Castello Aragonese di Taranto

Re Ferdinando aragonese, figlio del divino Alfonso e nipote del divino Ferdinando, rifece in forma più ampia e più solida questo castello cadente per vecchiaia, perché potesse sostenere l’impeto dei proiettili che è sopportato col massimo vigore – 1492.”.

Castello Aragonese di Taranto

Con gli Spagnoli, le difese furono rafforzate allargando il fossato e costruendo una nuova fortificazione con tre torri.

 Con l’arrivo degli Asburgo nel 1707, il castello perse la sua importanza come opera militare divenendo una dura prigione, ma con Napoleone Bonaparte ritornò alla sua funzione originaria.
Castello Aragonese di Taranto
 Nel 1883, una delle cinque torri che univano la cortina muraria, quella dedicata a Sant’Angelo, insieme alle torri Mater Dei, Monacella e Vasto del muro civico, furono demolite per fare posto all’attuale canale navigabile e al ponte girevole. I lavori furono ultimati nel 1887, anno in cui il castello diventa una sede della Marina Militare.
Castello Aragonese di Taranto

All’interno del castello, si può ammirare la cappella di San Leonardo, riconsacrata nel 1933 dopo essere stata adibita nel corso degli anni a corpo di guardia e stalla. Al suo interno si trovano due lastre in carparo addossate alle pareti, che rappresentano rispettivamente un santo vescovo ed un guerriero medievale armato. Si può notare inoltre lo stemma di Filippo II di Spagna.

Castello Aragonese di Taranto

Particolare è anche quella che fungeva da sala delle torture, la cui volta presenta un foro centrale attraverso il quale venivano amplificate e propagate le urla dei malcapitati, intimorendo psicologicamente gli altri prigionieri.

Castello Aragonese di Taranto

 

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