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Carlo VII, Caterina de Medici, Corte di Francia, Giovanna d'Arco, Leonardo da Vinci, Ludovico il Moro, Luigi XII, Luigi XIV, Rinascimento, tardo Medio Evo, valle della Loira
La Valle della Loira ricopre una grande importanza già in epoca Romana; l’impatto sul territorio, infatti, è enorme, e ancora oggi influenza forme, costruzioni e vie di comunicazione. Successivamente, diventa un punto di comunicazione e commercio in Gallia.In epoca tardo-romana, il vescovo di Tours San Martino, fonda un santuario, diventato poi modello seguito per molti altri edifici ecclesiastici della regione.Il Santuario di Tours è stato per molti anni, uno dei centri di pellegrinaggio più importanti d’Europa, fino a quando viene sostituito da Santiago de Compostela.
Nel X secolo la nascita del potere signorile, porta un forte cambiamento nel paesaggio: vengono costruite infatti imponenti fortezze feudali fortificate.
La Valle della Loira diventa poi zona di frontiera e di scontri tra eserciti francesi ed inglesi durante la Guerra dei Cent’Anni, e vede la rovina o addirittura distruzione di molti castelli.
Al termine della guerra, la Valle della Loira diventa luogo ideale per la nascita e lo sviluppo di correnti come l’Umanesimo ed il Rinascimento, portando anche allo smantellamento delle fortezze medievali, riconvertendole in residenze e dimore di svago.
Il XVII secolo vede lo sviluppo di un’economia di tipo commerciale, basata su artigianato, industrie e trasporto marittimo, introducendo i primi controlli di gestione delle acque dellaLoira, intensificati durante il XIX secolo.
La rappresentazione romantica che scrittori, poeti, pittori e musicisti hanno attribuito alla Valle della Loira ha contribuito a richiamare un vasto numero di turisti, provenienti prima di tutto dalla Francia, dall’Europa e solo nel XX secolo dal resto del mondo.
Questa importante ondata di turismo nella Valle ha sicuramente contribuito alla salvaguardia paesaggistica e territoriale da parte delle autortà locali, attraverso politiche volte a conservare e preservare l’integrità di città, monumenti e castelli.
Nel tardo Medio Evo e per tutto il Rinascimento, quando la Corte di Francia non era stanziale, la valle della Loira si popolò di castelli sempre più belli e monumentali, dove abitavano spesso – anche per periodi relativamente lunghi – i re e tutto il loro numeroso seguito. Così e anche per tanti importanti avvenimenti che vi ebbero luogo, questi castelli (ora una delle principali attrazioni turistiche francesi) entrarono a far parte della storia di Francia. Ed essi sono ora i protagonisti dell’interessante volume “La vita quotidiana nei castelli della Loira nel Rinascimento” di Ivan Cloulas. Oltre che quanto traspare dal suo titolo, il libro offre una storia di quei castelli e un sommario spaccato della storia francese di circa due secoli, da Carlo VII e Enrico III, praticamente quindi il Quattrocento e il Cinquecento.
Gli scopi anche difensivi dei primi castelli nella valle della Loira sono dimostrati dai loro aspetti di vere e proprie fortezze. Tra questi Mehun, Chinon e Loches, tutti e tre legati a Carlo VII, che vi risiedette a lungo, quando era ancora viva la guerra dei Cent’anni e buona parte della Francia era occupata dagli inglesi e dai loro alleati. A Chinon il re ricevette Giovanna d’Arco, a Loches abitò e morì Agnés Sorel, la prima delle grandi favorite reali francesi. Più di mezzo secolo dopo, Loches, ormai diventato prigione di stato, ospitò Ludovico il Moro dal 1500 alla sua morte nel 1508. Già il modesto castello di Plessis-lés-Tours, dove visse buona parte della sua vita il machiavellico Luigi XI (uno dei principali artefici dell’unificazione territoriale francese e della centralizzazione del potere nelle mani della monarchia), ha perso l’aspetto di roccaforte, ma non ha ancora la leggiadria dei successivi castelli. Il primo di questi é Amboise, residenza preferita di Carlo VIII, che già risente di influenze rinascimentali a causa della fallimentare impresa di questo re in Italia.
Quanto allo svolgimento della giornata nei castelli abitati dalla Corte, vi erano regole che diventarono via via più precise fino a esigere una forma di etichetta piuttosto rigida sotto Enrico III. Rilevante il fatto che si teneva in buon conto anche l’igiene e la pulizia (a differenza di Versailles molti anni dopo). Questo re pranzava subito dopo la messa, cenava alle 18 e nessuno poteva rivolgergli la parola quando era a tavola, se non a voce alta e a proposito di argomenti degni della sua persona, come la virtù (campo in cui egli nella pratica andava da un estremo all’altro: dalla compagnia forse non solo platonica dei “mignons” alle penitenze più rigorose). Il re (sempre Enrico III) andava a dormire alle 22, tranne che il giovedì e la domenica, le cui serate erano dedicate al ballo. Le ultime grandi feste rinascimentali furono quelle organizzate da Caterina de Medici (morta a Blois nel 1589) a Chenonceaux. Anche durante i periodi in cui questi castelli furono dimore reali, le consacrazioni dei re continuarono ad avvenire a Reims e le loro definitive sepolture a St. Denis, vicino a Parigi.
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