Tag
Antonio Piccolomini, Antonio Piccolomini d’Aragona, bastione, Castelli della provincia dell'’Aquila, castello del IV secolo, castello medievale, Comune di Ortucchio, Conti di Celano, Conti Marsi, darsena, famiglia Piccolomini, famiglia Ruggerotto, fortificazione medievale, fortilizio, Maria d'Aragona, Napoleone Orsini, Ortucchio, papa Pio II Piccolomini, torrette rompitratta
Il Castello Piccolomini venne edificato nel corso del ‘400 per volontà di Antonio Piccolomini d’Aragona sulla parte più alta di Ortucchio che all’epoca era l’unica isola del Ortucchio e faceva parte di un imponente sistema difensivo di epoca medievale composto da altri quattro manieri e fortificazioni disposti a scacchiera.
Il Castello Piccolomini di Ortucchio rappresenta un esempio di struttura fortificata medievale rara e probabilmente unica nella sua tipologia architettonica condizionata, con i suoi elementi strutturali, a vivere nel lago e con il lago. ll suo impianto, infatti, fu determinato dalla presenza dell’isola di Ortucchio, l’unica isola del lago Fucino occupata da insediamenti umani, secondo lo stato attuale delle nostre conoscenze, dal neolitico ai nostri giorni. Nell’antichità l’isola fu sede di un centro fortificato arcaico e successivamente di un vicus di età repubblicana che continuò la sua vita fino al termine del mondo antico.
Nel periodo dell’incastellamento ed oltre, dal X al XIV secolo, l’abitato di Ortucla era sottoposto al feudo di Castulo, un castello-recinto sito nelle vicinanze, sul Colle Castello delle pendici nord di Monte Pietrascritta. Probabilmente verso la prima metà del Trecento, i Conti di Celano sentirono la necessità di dotare di una torre portuale (con piccolo recinto triangolare dotato di torrette rompitratta “a scudo”) l’approdo dell’isola, con la creazione di una torre a pianta quadrata con scarpa alla base ed apparato a sporgere per il tiro piombante. La presenza della torre, l’attuale mastio del Castello Piccolomini, favorì lo spostamento dell’abitato nelle vicinanze del porto con la creazione di uno strutturato nucleo urbanistico.La torre lacustre, simile ad altre presenti ad Arciprete-Ortucchio, Trasacco, Angizia-Luco, Avezzano, Casanova-Paterno, Venere, favori il concretizzarsi sul colle di un feudo consistente a scapito del vicino Castulo. Successivamente con il conte Pietro di Celano e Lionello Acclozzamora la torre, fu divisa dal paese con la creazione di un fossato e l’edificazione di un recinto quadrato dotato di torri ad U, includente una peschiera interna e con torre a puntone pentagonale esterna a protezione dell’ingresso verso il paese. La darsena interna fu resa accessibile da un’ampia apertura ad arco dotata di saracinesca di chiusura e protetta da una grande feritoia circolare per cannone orientata verso il lago.
Al castello sono aggiunte due difese laterali ricavate sui bordi longitudinali dei fossati nord e sud con due ampie grandi ali di fabbricati e basso muro sul davanti con ingresso defilato orientato a sud-ovest.
Il fabbricato a sud costituisce un bastione a puntone avanzato, atto a controllare l’ingresso delle barche nella darsena interna e successivamente alla peschiera del castello. L’importanza del nuovo fortilizio e del vicino nucleo urbano è confermata da un documento aragonese del l445 in cui Ortucchium compare come feudo fra i possessi di Lionello Acclozzamora. Dopo la morte di Lionello il castello, possesso di Ruggerotto l’ultimo dei conti di Celano e della lunga dinastia dei Conti Marsi, fu luogo di prigionia di Jacovella di Celano vedova dell’Acclozzamora e madre di Ruggerotto.
Agli avvenimenti della battaglia per il possesso del feudo di Celano da parte dei Piccolomini contro Ruggerotto si deve la fine del primo castello di Ortucchio, conquistato e distrutto nel 1395 dalle truppe di Napoleone Orsini al servizio di Pio II Piccolomini.Con la vittoria papale e la morte in combattimento di Ruggerotto, il feudo di Ortucchio e tutta la Contea di Celano viene data dal papa, nel 1446, a suo nipote Antonio Piccolomini che ne riceve atto di conferma dal suocero Ferdinando i d’Aragona nel 1484 (nel 1461 il Piccolomini aveva sposato la figlia del re, Maria d’Aragona). È Antonio Piccolomini a restaurare il castello e renderlo più efficiente con il raddoppio ed innalzamento delle murature, con l’aggiunta sugli angoli delle quattro torri rotonde. Vengono, inoltre, perfezionate le ali di fabbricato laterali e l’accesso dal Fucino con la riduzione, in altezza, dell’ingresso arcuato fra la darsena e la peschiera interna.Il lavoro viene terminato nel 1448 come risulta dall’iscrizione presente sopra l’ingresso interno (est), del castello.
Con questa iscrizione viene confermata la funzione del castello, una fortezza posta a presidio del lago ed utilizzata soprattutto verso gli oppidani: i pescatori ed agricoltori del Fucino e Ortucchio, contrari alla politica fiscale e armentaria dei Piccolomini. Quindi una presenza minacciosa atta a mantenere in obbedienza gli abitanti del borgo di Ortucchio rei di non sostenere la bruta politica fiscale e l’esproprio dei pochi terreni agricoli da ridurre a pascolo per gli i feudali.
Questa politica di afflizione ed accentramento fiscale, è confermata dalla stessa creazione del nuovo abitato regolare di Ortucchio, struttura abitativa racchiusa da un lungo muro dotato di torri rotonde e strettamente legato al castello con le sue longitudinali strade ben controllate dall’alto mastio e dalle sue colubrine. Sull’ala di fabbricato posta a sud del fossato del castello (quella a puntone) viene creata “la Stanga” dove si ritiravano le tasse legate alla caccia e pesca: la terziaria, la terza parte del pesce e degli uccelli acquatici.
Dall’età dei Piccolomini fino all’abolizione del feudalesimo il castello di Ortucchio fu parte della scacchiera fortificata del lago Fucino insieme a quelli di Avezzano e Celano, scacchiera rafforzata dalle torri dei borghi fortificati ripuari. Dopo il prosciugamento del lago il castello perde le sue funzioni e viene abbandonato definitivamente.
Anche il Castello, così come la Chiesa di Sant’Orante, è stato gravemente danneggiato dal terremoto del 1915 che distrusse le già lesionate mura del maniero. I lavori del 1976 eseguiti dalla Soprintendenza ai beni culturali dell’Aquila hanno riportato il Castello all’antico splendore, oggi è possibile visitare la torre quadrangolare dalla cui sommità è possibile ammirare l’intera zona circostante.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.