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architettura rurale cinese, cina, decorazioni barocche, pagoda, villaggio di Jinjiangli, Xiangang
Il Castello Ruishi, situato nel villaggio di Jinjiangli della cittadina di Xiangang, a Kaiping, è un tipico castello locale. Alto 25 metri, dal primo al quinto piano ci sono le camere da letto e i soggiorni. Ad ogni piano, lo zoccolo e le decorazioni sono diverse, e creano un piacevole effetto visivo. Il sesto piano è formato da una galleria di colonne e archi di stile greco, e il settimo è una piattaforma con ai quattro angoli dei padiglioni a cupola, e a nord e sud delle decorazioni barocche. L’ottavo piano è una piattaforma con al centro un padiglione a forma di pagoda, mentre la cupola del piccolo padiglione del nono è in stile romano. Questa forma architettonica mista sino-occidentale è molto comune nei castelli di Kaiping, ed è anche un’ottima testimonianza di come all’inizio del secolo scorso la gente del posto abbia preso a prestito gli elementi di civiltà straniere, il che costituisce anche il valore speciale di questi edifici. Queste gemme della civiltà architettonica dell’umanità sono disseminate nel sud della Cina, formando un paesaggio indimenticabile.
I castelli di Kaiping sono un capolavoro della storia dell’architettura rurale cinese, ma la cosa che stupisce di più è che dopo un secolo di intemperie, si ergono ancora in tutta la loro maestosità. Adesso a Kaiping sono rimasti 1883 castelli, per lo più con una struttura in cemento armato.
Negli anni ’40 del secolo scorso, un giovane di Kaiping scrisse così alla madre:
“Cara madre, sono passati due anni da quando ci siamo lasciati. Per via della guerra non possiamo incontrarci. Se finisce, tornerò subito a casa, a ricambiare quanto avete fatto per me”.
Negli anni ’40 del 20° secolo, il quadro nazionale e internazionale era grave. Con il passare del tempo e i cambiamenti dell’ambiente sociale, un migliaio di castelli eretti con sudore e fatica dai cinesi d’oltremare vennero abbandonati. Persero la bellezza di un tempo, e alcuni andarono addirittura in rovina.
Un’anziana di Kaiping dice di essere entrata per la prima volta nel Palazzo Mingshi dopo essersi accasata a He’anli. Adesso ha visitato dai sotterranei alla terrazza sul tetto, meravigliandosi di tutto. Ricorda che una volta l’allestimento del palazzo era molto elegante, e i mobili erano di legno pregiato, bellissimi….
Tra i castelli di Kaiping, il Palazzo Zhongren e le torri di guardia furono finanziati dai locali per proteggersi dai briganti, quindi hanno un aspetto esterno piuttosto semplice. Molti edifici residenziali sono opera di ricchi cinesi d’oltremare che cercavano il lusso e il prestigio, per cui all’interno contano molte sale con varie funzioni. Su ogni piano ci sono il soggiorno e le camere da letto, mentre il piano più alto è riservato alle tavolette degli antenati. Viste le loro esperienze di vita all’estero, nei castelli molte famiglie vivevano una vita di stile misto cinese e occidentale. I raffinati soprammobili, i lussuosi lampadari e i vecchi grammofoni occidentali disseminati nelle sale sono arrivati tutti sulle navi dall’estero. Nel frattempo i membri della famiglia usavano anche gli attrezzi agricoli più semplici e tradizionali del posto. Questo mix straordinario, questo incontro e integrazione tra le civiltà cinese e occidentale, si esprime alla perfezione nei castelli di Kaiping.
Gli uomini andavano a lavorare all’estero e tornavano raramente al paese natale. Alcuni, incapaci di accumulare il denaro per il viaggio, non vi fecero mai ritorno. Le donne rimaste nei castelli vivevano per lo più sole, consolandosi con l’allevare dei figli adottivi. Per la nostalgia, molti cinesi d’oltremare portarono con sé all’estero strumenti musicali come lo Yangqin, il salterio cinese. L’unica cosa che li collegava con i familiari erano le lettere che superavano l’oceano. Così per anni chi viveva nei castelli e chi lavorava all’estero si ricordava e si attendeva a vicenda. Per i cinesi d’oltremare, i castelli e i villaggi erano il simbolo dell’agognato ritorno a casa.
I villaggi di Kaiping, che risalgono al più presto al 14° secolo, hanno ereditato la tradizione della cultura architettonica cinese, quindi privilegiano le regole del Fengshui (la geomanzia cinese) sulla disposizione degli edifici, ma infrangono anche la tradizione. Infatti i contadini locali hanno integrato il gusto personale all’estetica e le esigenze abitative all’aspetto geologico locale, cercando di creare l’habitat migliore.
Rispetto ai castelli, le abitazioni tradizionali locali sono più basse e seguono l’andamento dei pendii dei monti, dall’alto in basso. Gli edifici posteriori sono più alti di due o tre mattoni rispetto a quelli anteriori. Questa disposizione garantisce un’ottima ventilazione e nessuno spreco di terreno, ed infrange la struttura espansa dei villaggi tradizionali cinesi, il che permette un orizzonte variabile e ritmato ai villaggi di Kaiping, e ne fa un esempio unico nella struttura dei villaggi tradizionali cinesi. Con questa pianificazione unificata, i castelli e i villaggi di Kaiping formano un paesaggio unico al mondo.
Guardando i villaggi da lontano, prima si vedono le abitazioni tradizionali, e dietro i castelli alti ed eleganti, che spuntano fra i boschi di bambù, come fossero a guardia dei villaggi, offrendo un sogno di vita sicura alla gente nei periodi di disordine.
Qui è registrata la storia del lavoro di generazioni di locali, questo è il luogo sognato da sempre dagli emigrati, a cui va la loro eterna nostalgia.
I castelli e i villaggi di Kaiping, nel Guangdong, sono incisi in modo particolare nella memoria culturale della Cina moderna.
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