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Castelli della provincia di Alessandria, castello del XII secolo, castello feudale, castello medievale, conte Giorgio Gallesio, famiglia De Regibus, famiglia Gallesio-Piuma, famiglia Malaspina, famiglia Spinola, Il Castello, loggia della guardia, Prasco, torrione
Il castello di Prasco, sede dei feudatari del luogo, è documentato a partire dal 1192, anno in cui risulta già costruito e luogo di esercizio di funzione pubblica.
Feudatari furono, nel tempo, i Malaspina, i De Regibus, gli Spinola e i Piuma, tuttora proprietari del castello con l’attuale cognome Gallesio-Piuma.
Il complesso edilizio consente di identificare gli spazi un tempo riservati all’abitazione dei feudatari e quelli destinati invece alla funzione pubblica di governo, di esercizio della giurisdizione e di difesa, come la sala d’armi, la soprastante sala delle udienze e la sovrapposta loggia della guardia.
Questi ambienti sono dotati di autonomi accessi costituiti da un portone esterno con affaccio sulla piazza della Chiesa e da una autonoma scala.
Il complesso, pressoché circondato dal parco storico è costituito dalla struttura castellata centrale, dalla foresteria, situata all’interno del primo cortile, dalla costruzione pertinenziale che definisce il lato est di tutto l’insieme.
Il castello consta di un corpo centrale con tre torrioni addossati.
La costruzione principale si erge su un ampio terrapieno, è dotata di tre cortili oggi tenuti a prato e si eleva sulla strada con una cinta muraria alta dagli otto ai dodici metri circa.
All’interno il complesso si articola in varie parti: una assolve a funzione abitativa originaria; la parte un tempo destinata ad uso pubblico è utilizzata per eventi culturali; la parte pertinenziale e la foresteria mantengono anch’esse la funzione originaria.
La costruzione medievale presenta la tipica muratura strombata in pietra a vista, quella seicentesca è ancora in parte intonacata, la copertura è lignea, con manto in coppi.
Il cuore del castello sorge su un ampio terrapieno dotato di tre giardini pensili a livello delle sale, che costituiscono veri e propri luoghi dell’anima o luoghi di festa.
Il complesso vanta due accessi autonomi e consente ancor oggi di identificare le sale un tempo riservate a dimora dei feudatari e quelle destinate alla funzione pubblica (sala d’armi, delle udienze, loggia della guardia, ecc.) oggi adibite a eventi culturali e di grande prestigio o indiscusso fascino.
Il grande parco è cintato da un muretto in mattoni e pietra interrotto da cancelli in ferro e chiuso da inferriate nella parte prospiciente la strada.
Il parco, ove ha sede una splendida neviera seicentesca, è già documentato con la presenza di castagni, ma ebbe il suo momento più importante nel primo Ottocento per i lavori di consolidamento e per l’introduzione di una collezione di eccezionali alberi da frutto da parte del conte Giorgio Gallesio.
Nel parco che circonda il castello si trova uno splendido esempio di neviera seicentesca perfettamente conservata.
Da un decennio ospita l’Istituto di studi gallesiani volto a incentivare i settori di ricerca coltivati da Giorgio Gallesio, insigne naturalista, autore della Pomona Italiana, personaggio politico e diplomatico illustre dell’Ottocento e soprattutto pomologo che, per la sua fama sepolto a Firenze nel chiostro di Santa Croce.
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