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Castelli Angioini, castelli di Provenza, Castelli sul fiume, conte di Provenza, duca d’Angiò, duca di Les Baux de Provence, Luigi II, Luigi III, Luigi III d'Angiò, provenza, Raimondo di Turenne, Tarascona
La costruzione dell’attuale castello di Tarascona fu iniziata nel 1401 da Luigi II d’Angiò, dopo che il precedente fu distrutto. La costruzione continuò ad opera del suo primo figlio, Luigi III d’Angiò e fu completata nel 1449 dal suo secondo figlio Renato d’Angiò.
Renato, duca d’Angiò e conte di Provenza, passo alla storia come Renato il Buono. Buono lo era certamente, forse anche troppo: nel corso della propria vita ebbe la fortuna di diventare re di otto stati, ma li perse tutti. Dovendo rinunciare anche all’amato Regno di Napoli si ritirò nei castelli di Provenza.
Già nel Duecento era stato eretto, in riva al Rodano, un castello dei duchi di Provenza, con lo scopo precipuo di difendere il territorio dalle mire del regno di Francia, che di fronte a Tarascona, sull’altra riva del fiume, aveva già occupato la città di Beaucaire. Nel XIV secolo i duchi d’Angiò, che avevano preso il potere in Provenza, decisero di rafforzare l’edificio. Ma nel 1399, mentre il duca Luigi II era impegnato nella difesa dei possedimenti angioini in Italia, Raimondo di Turenne, duca di Les Baux de Provence, conquistò il castello di Tarascona, danneggiandolo gravemente. Quando venne firmata la pace, il duca d’Angiò cominciò la costruzione di un nuovo, più potente complesso.
Il nuovo castello di Tarascona ergeva le sue cortine di chiara pietra calcarea, spesse fino a 3 m, con un completo giro di apparato a sporgere, fino all’altezza di 48 m. l’opera era gigantesca, e ci volle parecchio tempo per portarla a termine. Il figlio maggiore Luigi II, Luigi III, proseguì l’opera del padre, ma fu solo nel 1449, dopo mezzo secolo di fatiche, che il fratello di Luigi III, Renato I il Buono, portò finalmente a compimento i lavori.
Il castello diventò una prigione nel XVII secolo, fino a quando fu acquisito dallo stato nel 1932.Sulle pareti delle celle si notano ancora le scritte incise dai carcerati.
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